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14 gipeti e 66 aquile reali: un resoconto del 22 censimento del Parco Nazionale dello Stelvio

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Il Parco ha censito la popolazione di aquile reali e gipeti per l’undicesimo anno di fila lo scorso 14 marzo. Molto alta la partecipazione con quasi 200 osservatori a coprire i 1.200 km2 del Parco su quattro province italiane delle Alpi centro-orientali. Nelle 5.5 ore del censimento, sono state registrate 400 osservazioni per un totale di 80 individui.

Il Parco Nazionale dello Stelvio è stato il primo sito italiano a ospitare una coppia di gipeto nidificante in natura (nel 1998) dodici anni dopo l’inizio del progetto internazionale di reintroduzione sulle Alpi. Con i suoi 22 censimenti contemporanei, svolti negli ultimi 11 anni, l’area protetta italiana (inclusa nelle province di Sondrio, Bolzano, Brescia e Trento) rappresenta indubbiamente una delle realtà europee con la più lunga tradizione di rilevamenti in contemporanea sulle due specie di grandi rapaci.

Il 22ocensimento contemporaneo ha avuto luogo lo scorso 14 marzo in condizioni meteorologiche favorevoli sulla maggior parte del territorio.  I 195 osservatori, la maggior parte volontari esperti provenienti da tutta Italia, sono stati dislocati su 99 punti d’osservazione posti in zone strategiche. Durante la rilevazione contemporanea, iniziata alle 9.00 e protratta fino alle 14.30, sono state osservate ben 316 traiettorie di Aquila reale e 95 di Gipeto. In una seconda fase di analisi e di comparazione dei risultati (effettuata sulla base del confronto orario, delle classi di età e dei loro spostamenti), è stato possibile elaborare un numero minimo di 66 individui di aquila reale e 14 di gipeto.

L’evento non si è limitato al censimento dei rapaci. Molti degli osservatori, infatti, hanno partecipato alla consueta cena di benvenuto a base di specialità locali tenutasi il venerdì sera presso la foresteria di Valfurva.

I punti salienti della serata sono stati l’annuncio dei nomi per i pulcini di gipeto di quest’anno, estratti a sorte tra i nomi dei volontari da Franziska Loercher e Dominique Waldvogel in visita dalla vicina Svizzera e referenti super partes per l’International Bearded vulture Monitoring, e la donazione del ricavato della cena a sostegno di un progetto di sorveglianza dei nidi di Aquila del Bonelli (Aquila fasciata) in Sicilia, ancora oggi minacciati da furti di uova e pulcini da parte di falconieri. Il weekend si è concluso domenica pomeriggio con un’escursione guidata nel Parco. Durante la gita Enrico Bassi, coordinatore del censimento e consulente scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio, ha dato informazioni sulla storia e la biologia dei gipeti e ha guidato i partecipanti ad alcuni avvistamenti spettacolari dei gipeti Heinz e Felice lungo il sentiero didattico della Val Zebrù interamente dedicato al Gipeto.

Le contemporanee sono uno strumento molto utile per chi si occupa di ricerca e conservazione della fauna selvatica. Infatti queste permettono la raccolta di informazioni aggiuntive oltre a quelle che si raccolgono nel corso dell’anno tramite osservazioni mirate, come ad esempio, la localizzazione delle traiettorie di volo degli uccelli territoriali, che conducono all’identificazione di nuovi nidi e posatoi nonché alla quantificazione dei soggetti non territoriali, i cosiddetti “floaters”, che utilizzano il territorio in maniera imprevedibile. I censimenti primaverili, rispetto a quelli autunnali, sono particolarmente efficaci poiché gli adulti territoriali, trascorrendo la maggior parte del tempo nei nidi o nelle loro prossimità, sono più facilmente rintracciabili e dunque il numero di adulti censiti è spesso molto vicino al numero atteso.

I dati raccolti dalle contemporanee sono di grande importanza per la corretta stima della popolazione e per la caratterizzazione delle dinamiche della specie durante la ricolonizzazione del territorio. Tuttavia, con l’aumentare del numero complessivo di gipeti aumenta anche la complessità di questi censimenti e l’identificazione dei singoli individui diventa più difficoltosa rendendo le indagini simultanee una sfida crescente per i ricercatori di campo.  Ringraziamo dunque tutti gli osservatori che operano per la buona riuscita di questi censimenti di continuare il meticoloso lavoro di rilevamento e di monitoraggio dei rapaci alpini con l’augurio di mantenere lo straordinario impegno che li anima.

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